
Foto da qui.
Посвящаем эту публикацию одному из итальянских средневековых городков, пострадавших во время последнего землетрясения (30 октября) – Кастеллуччо-ди-Норча.
«Рядом с Норчей есть Кастеллуччо, маленький городок на холме. Он известен тем, что там растет самая вкусная в Италии чечевица. Чтобы она росла лучше, ее высаживают вместе с полевыми цветами: маками, васильками, люпинами. Они всходят быстрее и защищают юную чечевицу от перегрева, от ветра и еще от чего-то там. Но главное – они цветут. И на эти цветущие яркие поля едут любоваться со всех сторон. Погулять вверх-вниз по крутым улочкам, тут выпить, тут что-то съесть, тут прикупить пакетик чечевицы и со всех сторон изо всех окон любоваться на бескрайнее цветное море. А потом спускаться вниз и умирать от счастья. Кастеллуччо сегодня утром разрушен почти полностью» (филолог и переводчик Ольга Гуревич, 30 октября 2016).
По ссылке вы найдете исчерпывающую информацию на русском языке на портале о самом городке, его истории и памятниках, а также развернутый фоторепортаж.

Foto da qui.
Предлагаем вам посмотреть одно из многочисленных видео без слов о цветении полей, за которым следует текст среднего-продвинутого уровня для тех, кто хочет узнать больше о Кастеллуччо, чечевице и Фьорите.
Domande e suggerimenti sul lessico (a cura di Alina Zvonareva)
- Trovate nel testo i sinonimi di cima, sommità; distruggere, rovinare; il punto più alto; mutevole, che cambia in continuazione; è difficile (credere). Può trattarsi sia di singole parole sia di espressioni.
- Che significato ha l’avverbio già, usato isolato all’inizio del secondo capoverso?
- Da quali paroli derivano i termini innevamento, preesistente, coabitante, esternazione, ondata e ondulato, impagabile? Riuscite a capirne i significati, facendovi aiutare dal contesto?
Foto da qui.
Castelluccio, le lenticchie e la Fiorita
Famosa da secoli per le lenticchie e per la spettacolare fioritura di giugno-luglio in tempi più recenti. Un luogo unico, un mix di bellezza e di lentezza, un sito incantato, fuori dal tempo e quasi dallo spazio. Un borgo di montagna, antico, circondato da vette imponenti e immerso in una luce abbagliante. Uno di quelli che si trovano solo nel Centro Italia, e in particolare nella dorsale Appenninica, tra i territori del Parco Nazionale d’Abruzzo e dei Monti Sibillini, tra vallate oggi tanto belle quanto drammaticamente instabili. Situata ad oltre 1.450 metri a dominare un vasto altipiano, che supera i 1.300 metri, sovrastata da alcune delle vette più alte dei Sibillini, in particolare dai 2.448 metri Redentore, la Castelluccio di Norcia, che il terremoto di ieri mattina ha devastato secondo una prima stima al sessanta per cento, è tutto questo e anche di più. Un gioiello che si spera torni a risplendere al più presto.
Foto da qui.
Già, il legume che è uno degli alimenti più antichi dell’uomo qui ha raggiunto vertici assoluti. Complice appunto il clima, che riesce a essere estremamente freddo per molti mesi (con innevamento da novembre ad aprile) ma anche molto caldo per un periodo estivo sufficientemente lungo, le lenticchie di qui sono i migliori del mondo. Apprezzate sia dal punto di vista organolettico, che da quello nutrizionale – le peculiari ricchezze di ferro, di vitamine e di fibra dell’alimento sono qui ai massimi termini – e persino da quello culinario, perché la consistenza peculiare e buccia sottile accorciano i tempi di cottura, normalmente infiniti. I 20 chilometri quadri di campi producono poche centinaia di quintali di lenticchie, ma si tratta di un prodotto top class conosciuto persino in Giappone.
Foto da qui.
Ma non è tutto. I campi di lenticchie non si limitano ad alimentare una fama enogastronomica che già basterebbe ad attirare il turismo a tema. Quegli stessi rettangoli, che si ritiene esistano da quando le prime famiglie, nel Medioevo, si insediarono e ampliarono il preesistente castello, sono i protagonisti involontari di un fenomeno unico al mondo: la Fiorita. In modo del tutto estraneo alla volontà dell’uomo o a un suo progetto, a tarda primavera, nel periodo che precede la raccolta dei legumi, i campi assistono allo sbocciare, a ondate, di fiori che imprimono all’intera piana una fisionomia in continuo divenire, fatta di colori e di pattern geometrici. Dall’iniziale dominante verde, il tono vira verso il giallo, poi sul rosso e infine sul blu. I tre protagonisti della mutazione sono i fiori di una colza, i papaveri e i fiordalisi. Il tutto si manifesta, con modalità mai identiche, anno dopo anno, tra la fine di maggio e la prima metà di luglio: per esempio nel 2015 non s’è quasi visto rosso, mentre quest’estate i papaveri erano protagonisti indiscussi in quella stessa prima decade di luglio in cui un anno prima comandavano i fiordalisi. I fiori sono l’esternazione delle rispettive piante coabitanti, quelle che nel corso dei secoli si sono conquistati territori più o meno vasti nei diversi campi, dove convivono con le leguminose. Ma non finisce qui. Attorno ad un set che non ha eguali, sulle pendici ondulate dei monti, ha simultaneamente luogo la fioritura tradizionale, che il microclima della vallata rende particolarmente eterogenea per quantità di specie e sfumature di colore. Impagabile il contrasto tra l’apparente disorganizzazione dei prati e la geometria perfetta dei campi, che si stenta a credere non essere il frutto di un disegno, di una mano superiore.
Foto da qui.
L’articolo completo si può leggere qui.