Il calendario medievale di Torre Aquila a Trento: novembre

На ноябрьской фреске из календарного цикла росписей начала XV века из замка Буонконсильо в городе Тренто изображены два сюжета. Аристократы охотятся на медведя: охота на крупную дичь в ту эпоху была доступна только представителям самых знатных сословий; для молодых мужчин это развлечение служило также возможностью поупражняться во владении оружием и продемонстривовать ловкость и отвагу. Крестьяне же гонят свиней на продажу в город: пришла пора делать запасы на зиму. Игрушечно-сказочный город с крепостными стенами, изображенный в нижней части фрески, — это, разумеется, Тренто.

Текст для продвинутого уровня владения итальянским языком.

Domande e suggerimenti

  • Chi sono i porcari, i beccai, i salaroli e i lardaroli?
  • Il termine incalzare deriva da calcagna e significa ‘inseguire, correre dietro / fare fretta, mettere premura’. Come si potrebbe tradurre in russo la frase il tempo incalza (1 par.)?
  • Che differenza c’è tra qualsiasi caccia e una caccia qualsiasi (2 par.)?
  • Trovate nel testo i sinonimi di folla / moltitudine; diventare esperto / allenarsi; dimostrare / attestare la verità di (qc); vicino / confinante.
  • Trovate nel testo un equivalente italiano di «острый, заостренный» (usato 2 volte). Quali altre parole italiane con questo significato conoscete e quali sono le differenze d’uso tra di esse?
  • Trovate nel testo gli equivalenti italiani di «стая (гончих) собак», «с приближением зимы», «мост через ров», «первые весенние ростки».

Il ciclo dei mesi di Torre Aquila a Trento: novembre, di Grazia A., autrice del blog sull’arte Senza dedica

Il tempo incalza ed è già l’ora di staccare il foglio dal calendario e di vedere cosa ci riserva l’undicesima scena del Ciclo dei Mesi di Torre Aquila a Trento.

La parte alta è riservata agli svaghi dei nobili e all’attività tipica del mese: la caccia. E non è una caccia qualsiasi. Tra gli alberi che cominciano a perdere le foglie e le rocce aguzze delle montagne di un colore ocra che da solo evoca l’autunno, al suono del corno, un gruppo di aristocratici, preceduto da uno stuolo di battitori e da mute di cani, si cimenta nell’inseguimento di un’orsa con i suoi piccoli. 

La caccia all’orso, all’epoca degli affreschi, agli inizi del Quattrocento, era ancora considerato un passatempo prestigioso da riservare solo alla più alta nobiltà. Anche nelle valli e nelle montagne trentine, feudo del committente del ciclo, il principe Giorgio di Liechtenstein, gli aristocratici erano gli unici a potere esercitare il diritto di cacciare la selvaggina di grossa taglia nei fitti boschi che ricoprivano gran parte del territorio. Per i più giovani, la caccia all’orso, avventurosa e crudele, era l’occasione di impratichirsi nell’uso delle armi e di dare prova del loro coraggio.

La scena di caccia continua nella parte centrale dell’affresco: un gruppo di cavalieri, tutti armati di picche e di lance, sta per inoltrarsi per la montagna, mentre altri si prendono una pausa per riscaldarsi al caldo di un fuoco acceso. Il clima, probabilmente, è già rigido.

I campi sono deserti perché, all’approssimarsi dell’inverno, i contadini hanno sospeso i loro lavori. Tutta l’attività si concentra ora alle porte delle città, che, in vista della brutta stagione, cominciano ad approvvigionarsi con i prodotti della campagna.

Ed ecco che, in basso, è raffigurata la città di Trento che ha l’aria di un paese da favola con le sue mura bianche, i tetti, i comignoli e il campanile aguzzo di una chiesa. La rappresentazione, interrotta dall’esile colonnina che divide le scene dell’affresco, continua nell’attiguo Mese di dicembre.

Attraverso una porta della cinta muraria, dopo aver attraversato il ponte di legno che valica il fossato, i porcari stanno per entrare in città: portano con loro i maiali, che fino ad allora hanno allevato all’aperto, nutrendoli con le ghiande dei boschi. È arrivato il tempo della macellazione che, secondo la tradizione doveva avvenire nel periodo compreso tra la festa di sant’Andrea (30 novembre) e quella di sant’Antonio (17 gennaio), nel momento in cui, dopo la pastura estiva, iniziava la stagione più adatta alla conservazione delle carni. 

In città i “beccai” (i macellai), i “salaroli” e i “lardaroli ” sono già in attesa di iniziare il loro lavoro. Sanno che tutti aspettano di riempire le loro dispense. L’inverno è alle porte e non c’è di meglio che affrontare la brutta stagione al caldo e con la certezza che tutto il necessario è assicurato. I contadini rimarranno a sorvegliare i campi, mentre molti dei ricchi aristocratici lasceranno la campagna e i loro svaghi all’aria aperta per rifugiarsi nel chiuso delle loro lussuose dimore cittadine.

Novembre è già iniziato, tra un po’ l’anno si concluderà: negli affreschi le attività dei contadini e gli svaghi dei nobili si sono susseguite, mese dopo mese, mentre nello sfondo ininterrotto il paesaggio variava col mutare delle stagioni. Dopo la neve dell’inverno, è spuntato il verde tenero dei primi germogli primaverili, e, poi, il giallo delle messi dell’estate ha ceduto il posto ai colori caldi dell’autunno. E chissà che il committente, nell’intimità della raffinata sala di Torre Aquila, che ha fatto costruire e decorare con le pitture di Mastro Venceslao, nel contemplare gli affreschi che si snodano sulle pareti, con le loro scene che seguono il succedersi dei periodi dell’anno, non mediti sul trascorrere del tempo e della vita. 

Il testo originale di Grazia si può leggere qui.

Dallo stesso ciclo: Gennaio, Febbraio, Aprile, Maggio, Giugno, Luglio, Agosto, Settembre, Ottobre.

Ancora sul mese di novembre nei calendari medievali: Il calendario di pietra: novembre.

A proposito di Alina Zvonareva

Алина Звонарева – кандидат филологических наук, преподаватель итальянского языка, переводчик поэзии. Главный редактор проекта Italiano ConTesti / "Итальянские контексты". Alina Zvonareva è dottore di ricerca in filologa romanza, insegnante di italiano per stranieri, traduttrice di poesia. Ha fondato il sito Italiano ConTesti in gennaio 2016.

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