Calendari medievali italiani: marzo

L'abside del Duomo di Fidenza: Marzo (a destra) e Aprile.

L’abside del Duomo di Fidenza: Marzo (a destra) e Aprile.

Античный Эол или средневековый глашатай? Иконография ветра и взъерошенных волос, или изображение марта в скульптурных итальянских календарях XIII века из Феррары и Ареццо. Текст для продвинутого уровня владения языком.

Domande e suggerimenti

  • In che modo i cicli dei mesi medievali attingono all’iconografia greco-romana? Cosa rende particolare il loro rapporto con le fonti antiche?
  • Trovate nel testo gli equivalenti italiani di «изменчивый, непостоянный» (il testo contiene più di un termine con questo significato), «весеннее равноденствие», «ровно девять месяцев», «содержать в себе отсылку к (античной иконографии)», «сделать так, чтобы нить не прервалась».
  • Сome si potrebbe tradurre in russo infondere una nuova verità nell’antica rappresentazione?
  • Vi invitiamo a cercare altre immagini del mese di marzo nei calendari medievali e a pubblicarle nella sezione commenti nei nostri profili social.

Il calendario di pietra: marzo, di Grazia A., autrice del blog sull’arte Senza dedica

Da press pïa la tuba ser Marz pregonaor
e corr de qua de là, fazando gran rumor.

[Dopo prende il corno il signor Marzo banditore
e corre di qua e di là, facendo un gran rumore – AZ.]

(Bonvesin da la Riva, Tractato dei Mesi, Milano, fine sec. XIII)

Una giornata variabile, un cielo che passa dal grigio all’azzurro e che cambia continuamente. Ecco quello che ci si immagina, quando si pensa a Marzo, il mese “pazzerello” per eccellenza, in cui si incontrano (e si scontrano) la buona e la cattiva stagione. “San Benedetto (il 21 del mese), la rondine sotto il tetto”, oppure “A marzo, chi non ha scarpe vada scalzo”, sono i proverbi che salutano, con l’equinozio di primavera, il ritorno del bel tempo.

Marzo è davvero speciale. Prende il nome da Marte, dio della guerra, ma anche protettore del risveglio primaverile e del rinnovamento. Prima del calendario gregoriano, era il 25 marzo, il giorno dell’Incarnazione e dell’annuncio a Maria – nove mesi giusti prima di Natale – a segnare, in gran parte d’Italia, l’inizio del nuovo anno.

Marzo, Cattedrale di Ferrara

Marzo, Cattedrale di Ferrara

Ma Marzo è anche – e soprattutto – il più volubile dei mesi. La pioggerellina si può alternare, nella stessa giornata, al sole più radioso: il tempo è imprevedibile. Tanto che anche nei сalendari di pietra di otto secoli fa, quello del Duomo di Ferrara (ora al Museo della Cattedrale) e quello della Pieve di Arezzo, Marzo è legato ai mutevoli capricci del vento.

A Ferrara, dove Marzo condivide la formella col mese di Aprile, sembra che sia il vento rude degli ultimi giorni d’inverno a soffiare impetuoso e a scompigliare la barba e i capelli di un uomo irsuto, vestito di una corta tunica e in atto di suonare un corno.
 
Più calmo, invece, il vento che, ad Arezzo, arriva a sollevare i capelli ispidi e chiari di un Marzo ancora freddoloso, abbigliato con scarpe robuste, una lunga veste color ocra fermata alla vita da una cintura e un mantello raccolto sul braccio destro. E anche lui sta per soffiare nel corno che ha appena portato alla bocca.

Non compare stavolta nessuna delle attività agricole tipiche della stagione, a cui ci eravamo finora abituati. Quello che viene raffigurato è il “Marcius cornator”, o, per dirla in italiano, “Marzo che suona il corno”. Un soggetto che ha dietro di sé una lunga storia.

Marzo, Pieve d Santa Maria Assunta di Arezzo

Marzo, Pieve di Santa Maria Assunta di Arezzo

Forse solo pochi degli anonimi scultori degli inizi del Duecento, che, passando da un cantiere all’altro, lavorano ai Calendari dei Mesi come quelli di Ferrara e di Arezzo, hanno avuto la possibilità di vedere l’immagine di quello stesso scapigliato suonatore nei mosaici dei pavimenti di antichi palazzi o nei fogli miniati di qualche manoscritto. E, probabilmente, sono ancora meno quelli che sanno che la figura, rappresentata nei mosaici e nelle miniature, così come il Marzo, che intagliano con tanta fatica nella pietra, si rifanno all’iconografia di Eolo, il mitologico dio dei venti. Proprio Eolo che, con i capelli in disordine e le guance gonfie, estrae, soffiando dalla sua otre le tiepide brezze o la fredda tramontana.

A malapena qualcuno di loro sa leggere e scrivere e ben pochi conoscono testi letterari o mitologici. Ma sono proprio quegli scultori itineranti, dai capomastri ai più modesti scalpellini, che fanno in modo che il filo con il passato non si spezzi mai del tutto, trasmettendo di padre in figlio o da maestro ad apprendista, quel motivo tratto da un’antichità che ha il sapore di una favola lontana. Fino a trasformare il dio del mito in un robusto e scarmigliato contadino, capace di sollevare, suonando nel corno, quei venti di Marzo che sgombrano le nuvole dell’inverno e preparano il cielo all’arrivo della primavera. E a infondere in quell’antica rappresentazione una nuova verità.

Il testo originale di Grazia si può leggere qui.

Dallo stesso ciclo: GennaioFebbraio, Aprile, Maggio, GiugnoLuglioAgostoSettembre, Ottobre, Novembre, Dicembre.

A proposito di Alina Zvonareva

Алина Звонарева – кандидат филологических наук, преподаватель итальянского языка, переводчик поэзии. Главный редактор проекта Italiano ConTesti / "Итальянские контексты". Alina Zvonareva è dottore di ricerca in filologa romanza, insegnante di italiano per stranieri, traduttrice di poesia. Ha fondato il sito Italiano ConTesti in gennaio 2016.

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