В идеальном мире календарного цикла фресок начала XV века из замка Буонконсильо в городе Тренто апрель окрашен в идиллические тона: зелень лугов и дубрав, радостные и хорошо одетые крестьяне, изящные аристократические дамы… Основной сюжет фрески — весенние работы в поле. А среди прочих деталей на ней можно обнаружить, например, медведя в лесу и зайца посреди огромных грибов.
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Domande e suggerimenti
- Quali sono le attività agricole associate, in questo affresco, al mese di aprile? Quali termini vengono usati per descriverle? E per descrivere il paesaggio? Quanti animali sono menzionati nel testo?
- Perché uno dei personaggi è raffigurato nell’atto di oltrepassare la cornice che delimita i mesi di aprile e di maggio?
- Trovate nel testo gli equivalenti italiani di «подходить, быть созвучным», «пребывать в праздности», «бурная деятельность», «рекламная брошюра», «выполнять порученную работу», «дремать», «иметь дело с крестьянскими бунтами».
- Analizzate l’uso dell’infinito nei seguenti contesti: sul limitare della scena; così come è ininterrotto il succedersi delle stagioni e del tempo.
- Analizzate l’uso del congiuntivo nei seguenti contesti: vuol dare l’idea che i suoi territori prosperino; da dare l’impressione della pagina di un trattato medioevale che illustri le più comuni attività agricole del mese.
- Pensate a come sarebbe meglio tradurre in russo le seguenti espressioni: con una tale precisione da dare l’impressione della pagina di un trattato; interamente vestito di bianco con tanto di cappello e di bastone.
Il ciclo dei mesi di Torre Aquila a Trento: aprile, di Grazia A., autrice del blog sull’arte Senza dedica
Il proverbio “Aprile dolce dormire” di sicuro non s’addice alla quarta scena del calendario del Ciclo dei mesi di Torre Aquila a Trento. Qui, sotto il grande sole di Aprile, non si dorme, né si sta in ozio, ma è tutto un fervore di attività.
Il committente della serie di affreschi, il principe-vescovo Giorgio di Liechtenstein, vuol dare l’idea che i suoi territori prosperino grazie agli effetti del suo buon governo. Il pittore, Maestro Venceslao, l’ha capito benissimo e gli organizza una sorta di grande dépliant pubblicitario, con un Mese di sfolgorante primavera affollato di contadini ben vestiti che, in una scenografia verdeggiante, assolvono con serenità i compiti assegnati.
In questo tranquillo palcoscenico non c’è più spazio per il grigio: la neve dell’inverno è definitivamente scomparsa. Sullo sfondo, tra grandi rocce che affiorano dal terreno, domina il verde tenero delle foglie appena spuntate sugli alberi e nei cespugli, quello scuro dei boschi e quello più chiaro dell’erba dei prati. La campagna è fertile e ordinata: i campi sono ben suddivisi e protetti, come gli orti coltivati, da tralicci di salice intrecciato. Tutto è rappresentato con una tale precisione da dare l’impressione della pagina di un trattato medioevale che illustri le più comuni attività agricole del mese.
In alto, una fitta foresta di abeti offre rifugio a uno di quegli orsi che all’epoca popolavano numerosi le Alpi. Più in basso, un pellegrino, interamente vestito di bianco con tanto di cappello e di bastone, si concede una sosta davanti a un villaggio con le case dai tetti di paglia disposte intorno a una piccola chiesa. In una delle vie sonnecchia un cane.
In un campo recintato e già arato un contadino semina, mentre un altro lavora la terra con un erpice trainato da un cavallo. Al di là della palizzata, due uomini provenienti da un mulino, trasportano, probabilmente, sacchi di farina su un carro condotto da buoi. In basso, in primo piano, altri due contadini arano la terra con un pesante aratro a ruote, tirato da una coppia di buoi e da un cavallo.
Anche le donne partecipano al fervore delle attività primaverili e approfittano della bella stagione per curare le piante di un orto recintato, al confine di un piccolo bosco dove, tra funghi smisurati, un cane insegue una lepre.
In questo quadro idilliaco non poteva mancare la presenza di giovani aristocratici intenti ai loro svaghi. Ed ecco, sul limitare della scena, due eleganti dame, che si dirigono verso il festoso corteo raffigurato nel successivo mese di maggio. Anzi, una delle due con la manica e un lembo dell’abito verde, oltrepassa la sottile cornice che dovrebbe delimitare i due mesi. Una scena continua nell’altra senza interruzioni, così come è ininterrotto il succedersi delle stagioni e del tempo.
Nella vita reale il principe-vescovo doveva fare i conti con le rivolte contadine delle valli intorno a Trento, con la miseria, i saccheggi e la ferocia delle repressioni. Nelle pareti della sua sala di rappresentanza poteva illudersi sulla sua capacità di governare senza crudezza e immaginare, insieme ai suoi ospiti, un paesaggio rischiarato dal sole con i lavori agricoli che si intrecciano armonicamente ai divertimenti dei nobili. Poteva far scorrere davanti ai suoi occhi le immagini di un piccolo mondo perfetto e di una campagna opulenta e fiorita, fino a trasformare il chiuso di una stanza nella visione di un sogno.
Il testo originale di Grazia si può leggere qui.
Dallo stesso ciclo:
Gennaio, Febbraio, Maggio, Giugno, Luglio, Agosto, Settembre, Ottobre, Novembre.
Ancora sul mese di aprile nei calendari medievali: Il calendario di pietra: aprile.