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Продолжая тему ботанических садов, давайте переместимся из Италии в Швейцарию, в италоязычный кантон Тичино, где на островах Бриссаго, расположенных посреди озера Маджоре, недалеко от города Аскона, раскинулся Ботанический парк баронессы Антуанетты де Сан-Леже.
Для начала мы предлагаем вам посмотреть краткое видео без слов, чтобы составить впечатление о красоте этого места, где можно наблюдать экзотические растения из самых разных стран мира, одновременно любуясь заснеженными вершинами швейцарских Альп.
Мы также предлагаем вашему вниманию небольшой текст об истории островов Бриссаго и ботанического парка, а чуть ниже любители ботаники могут прочитать более развернутый текст про растения из разных стран, которые можно увидеть в Ботаническом парке.

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Le isole di Brissago
Le isole di Brissago servirono inizialmente da rifugio per i cristiani perseguitati, poi, tra il XII e il XIV secolo, vi si installò un gruppo di monache. In seguito le isole restarono disabitate fino al 1885 quando divennero di proprietà della baronessa Antoinette di Saint Léger che riattò il convento ed ebbe il grande merito di impiantare nell’Isola Grande alberi e piante provenienti da ogni parte del mondo. Nel 1927 la baronessa vendette a Max Emden, ricco commerciante nonché appassionato di botanica, che ebbe una grandissima cura del giardino e fece costruire la bellissima dimora che domina l’Isola Grande. Dieci anni dopo la morte di Emden, avvenuta nel 1940, il Canton Ticino, Ascona, Brissago, Ronco sopra Ascona e alcune associazioni acquistarono le Isole dagli eredi del commerciante e diedero vita al Parco Botanico del Cantone Ticino, che fu aperto al pubblico per la prima volta il 2 Aprile 1950.
А во втором видео вы можете послушать рассказ о Ботаническом парке и дворце.
И, наконец, любители ботаники, владеющие итальянским на продвинутом уровне, могут прочитать более развернутый текст с перечислением некоторых растений, растущих в Ботаническом парке (полный текст здесь).
Словарь
- smilace (лат. Smilax aspera) – смилакс, сассапариль широховатый – лианы или цепляющиеся кустарниковые
- carrubo – рожковое дерево, или цератония стручковая (лат. Ceratōnia silīqua) – известно с древних времен как «Хлебное дерево Иоанна» или «цареградский стручок».
- cisto bianco – ладанник шалфеелистный, ладанник белый
- corbezzolo – земляничное дерево, земляничник или арбутус (лат. Arbutus)
- precipitazioni – атмосферные осадки
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Il Parco Botanico del Cantone Ticino
Il Parco botanico delle Isole di Brissago si distingue dagli altri parchi botanici svizzeri e dei paesi confinanti per la presenza di un numero considerevole di piante esotiche di provenienza subtropicale che vengono coltivate all’aperto.
Il clima eccezionalmente mite di cui godono le Isole permette la crescita e la sopravvivenza all’aperto di circa 1.700 specie di piante provenienti dal Mediterraneo, dall’Asia subtropicale, dal Sud Africa, dalle Americhe e dall’Oceania. Esse sono ripartite nel Parco secondo criteri geobotanici: sono state cioè create delle associazioni vegetali secondo la provenienza delle diverse specie.
In tal modo viene offerta al visitatore l’impressione di trovarsi tra gli Eucalipti dell’Australia con le specie tipiche della stessa regione, o tra gli arbusti della macchia mediterranea, con l’erica arborea, lo smilace, il pistacchio, il carrubo, il cisto bianco, il rosmarino, il corbezzolo, ecc., ma anche arbusti come il mandorlo o erbe aromatiche come il timo, la melissa, la lavanda ecc.
Associati alla macchia mediterranea vediamo anche il mandorlo, l’albero del Padrenostro, i cui semi vengono adoperati per la fabbricazione delle corone del rosario. Altre specie conviventi con quelle menzionate sono le erbe aromatiche come il timo, l’issopo, la melissa, la lavanda, l’erba ruta, la salvia ecc. Uno dei pregi del Parco è costituito dai giganteschi Eucalipti, che sono tra i più alti alberi del regno vegetale e nella loro patria raggiungono i 150 metri di altezza.
Le agavi, le opunzie e le beschornerie sono piante grasse che possono vivere nelle zone aride del Messico grazie alle riserve d’acqua contenute nei loro tessuti. Sulla sponda meridionale dell’Isola, la lunga insolazione durante i mesi estivi e la scarsità dell’humus favoriscono la crescita di diverse specie di agavi. In netto contrasto con le agavi sono i cipressi calvi della Florida che ornano la sponda settentrionale dell’Isola.
Le forme più maestose ornano il tappeto verde ad ovest del palazzo; vi si può ammirare un esemplare di Phoenix canariensis, che ricorda la Palma da dattero, è molto diffusa sulla Costa Azzurra. Ai margini del tappeto verde il visitatore nota una Erythea armata della California; a destra della statua di Remo Rossi c’è un Cocos Yatai, simile alla Palma da cocco, ma di origine brasiliana. Scendendo lungo il viale che costeggia il tappeto erboso, incontriamo la Palma di San Pietro che è l’unica palma originaria della regione mediterranea. Non raggiunge grandi altezze e assume la forma di cespuglio. Dietro ad essa si erge maestosa la Butia Yatai (Iubaea spectabilis) del Cile, chiamata anche Palma del miele.
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Inoltrandosi nel Parco, il visitatore si trova in un vero Palmeto formato dalle cosiddette Palme giapponesi diventate quasi spontanee nella regione insubrica. Queste palme si riproducono mediante fiori da cui nascono frutti simili ad acini d’uva avidamente ricercati da molti uccelli. Il seme durante il passaggio attraverso l’intestino subisce una specie di fermentazione e quando viene abbandonato dall’uccello è già pronto per germogliare. Per questo motivo si vedono numerosissime giovani palme spuntare dalla terra.
Il visitatore appena sbarcato si trova di fronte a un fitto gruppo di vegetali che hanno l’aspetto di grosse erbe, note sotto il nome di bambù, oriunde dal Giappone e dalla Cina meridionale. Un altro gruppo di bambù si trova a est della darsena e uno presso il Bagno Romano. In quest’ultimo gruppo durante i mesi di luglio e d’agosto 1978 sono stati scelti alcuni esemplari per misurarne l’accrescimento. Durante i mesi più caldi e più ricchi di precipitazioni si è potuto constatare che i germogli che spuntano dalla terra, dove c’è un fitto intreccio di fusti sotterranei, allungano il fusto di ben 30 centimetri al giorno.